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Chi si ferma è perduto - Marco Malvaldi, Samantha Bruzzone
«Se vi doveste trovare, una notte d’autunno mentre piove, completamente nudi ai comandi di un aereo di linea che sta sorvolando Ponte San Giacomo, e si dovessero spegnere d’improvviso entrambi i motori, il mio consiglio è di non lasciarvi prendere dal panico. In primo luogo perché Ponte San Giacomo, il posto dove vivo, è un paese per modo di dire: in realtà è una strada in mezzo a una pianura, e le uniche case sorgono accanto alla strada stessa, per cui se siete esperti non avrete nessun problema a trovare un campo o un altro spiazzo erboso abbastanza vasto per atterrare senza fare danni.
Serena Martini, di anni quarantacinque, non è retribuita per il lavoro che costantemente svolge. Ha due figli, Pietro, tredicenne che studia violoncello e Martino, di anni dieci, che si allena con lo judo. Il marito con cui è coniugata da ben due decenni, insegna all’Università ed è ordinario di Intelligenza Artificiale e Informatica. Serena è laureata ed è esperta di chimica sopramolecolare dei metalli, ha un ottimo olfatto e si barcamena tra la scelta di un lavoro a tempo pieno o meno viste le varie incombenze. Ed è proprio in una domenica come tante che ella scopre per caso un cadavere. Scoperta, questa, che cambierà particolarmente le carte in tavola.
«Sapete come si allena l’olfatto? È una cosa curiosa, lo si fa sfruttando il vero superpotere del cervello umano: la capacità di astrazione. Di immaginarti cose che non ci sono.» Samantha Bruzzone, chimica, e Marco Malvaldi, chimico, sposati da due decenni, appassionati di gialli e delle parole, scrivono e firmano a quattro mani “Chi si ferma è perduto”, opera che conduce i lettori tra le maglie di una nuova ed eclettica protagonista. È il primo loro romanzo a quattro mani ma certamente non sarà l’ultimo. Giocano tra fiction e non fiction, tra letteratura e cinema, tra chimica e giallo. Anche la voce narrante prevalentemente è nella prima persona di Serena ma con intervalli alla terza nei capitoli su Corinna.
«Ecco, in quel momento avevo esattamente lo stesso problema. Avevo sentito quell’odore, forte e persistente, in un punto dove non doveva esserci? Sì. Significava quello che mi ero messa in testa? Boh. A quel punto lì, non lo sapevo più. Anzi, man mano che camminavo, me ne convincevo sempre meno.» Maria Darida - 9 mesi fa |
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L'isola delle anime - Piergiorgio Pulixi
«Non appena aveva messo piede in quella terra ancestrale, circondata dal mare, il canto del male si era però attenuato, come se la natura stessa se ne fosse fatta carico per lei soffocando la propria melodia.» Purtroppo non tutti i crimini riescono a trovare una loro soluzione. Al contrario. Ci sono casi, e non sono pochi, che per una ragione o per un’altra, restano privi di colpevole e finiscono con il diventare dei veri e propri cold case. Inchieste che non trovano soluzione, che lasciano le persone care senza un perché, che mettono a dura prova i migliori detective del settore che per quante indagini facciano, non trovano minimamente soluzione a quell’enigma che li ha accompagnati. Tuttavia, alcuni casi, possono anche diventare un’ossessione e questo lo scopriranno molto bene, e anche troppo presto, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce. Quasi per caso indagano su misteriosi omicidi di giovani donne e rimasti irrisolti. Ma se quei casi non fossero poi così relegati al passato? Se in realtà quei casi fossero presente? Se fossero tornati a essere vivi? Se il killer fosse tornato a mietere vittime? Se non avesse mai smesso?
«Il male non sanato genera altro male, in una spirale infinita.» A una trama studiata e cadenzata si somma uno stile narrativo caratterizzato da un alternarsi di voci narranti che si snodano tra miti e leggende che ben si coniugano con quello che è il noir e il crimine da risolvere. Un binario parallelo interessante anche se alle volte tende ad essere eccessivo per il lettore tanto da far perdere, in parte, di interesse e pathos.
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Un colpo al cuore - Piergiorgio Pulixi
In un “Colpo al cuore” Piergiorgio Pulixi dona ai suoi lettori uno scritto composto da tre voci narranti: il vicequestore Vito Strega e le due ispettrici, già conosciute ne “L’isola delle anime”, Mara Rais, dura, dai modi bruschi e impulsiva, ed Eva Croce, dall’acutezza ben mixata al riserbo. Le due donne, in particolare, di origini diverse, l’una milanese e l’altra sarda, hanno tra queste pagine un ruolo ancora più coinvolgente e fatto di emozioni che diventano ancora più tangibili nello scorrimento di vicende che le mettono a dura prova.
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La mia bottiglia per l'oceano - Michel Bussi
«Qual è secondo voi il miglior inizio possibile per un romanzo?” “ Un morto!” risponde senza esitare la comandante Faréyene. “Ci sei andata vicina” esclama contento il professore di scrittura (…) Meglio di un cadavere è nessun cadavere! Solo una sparizione.» Michel Bussi, scrittore francese eclettico e dal gran talento narrativo, torna in libreria ancora una volta con un romanzo molto originale edito per Edizioni E/O e che riprende in mano niente meno che un famoso giallo di Agatha Christie. Il tutto tra cibi esotici, veleni, luoghi, cimiteri abbandonati, inseguimenti nella giungla, testamenti e chi più ne ha, più ne metta.
«Le Marchesi si odiano o si amano, disgustano o incantano. Alcuni le considerano uno degli ultimi paradisi terrestri, altri le vedono come il giardino maledetto del Tiaporo, il diavolo della Polinesia.» Tra tatuaggi e tatuatori, statue votive e tiki che rimandano a riti misteriosi, ciottoli abbandonati e testamenti, il tutto per una perfetta e ben riuscita parodia de “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. A far da filo conduttore il desiderio di amare, essere amati e il successo letterario, un successo talmente ambito da andare oltre ogni prezzo e scrupolo.
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Primo sangue - Amélie Nothomb
«Mi portano davanti al plotone di esecuzione. Il tempo si dilata, ogni secondo dura un secolo più del precedente. Ho ventotto anni.
Amélie Nothomb torna in libreria con la sua consueta metodicità proponendo ai suoi lettori il suo trentesimo lavoro. La belga è nota per essere una scrittrice eclettica e fantasiosa ma anche molto originale nel suo scrivere e narrare. Non manca mai di toccare tematiche sottili quanto di far riflettere tra le righe il lettore.
«Sopravvivere all’infanzia restava un’esperienza darwiniana per i figli di Pierre Nothomb.» Narrato in prima persona, “Primo sangue” è uno scritto che rispetta e si conforma a tutti i canoni e le impostazioni proprie della narratrice. Non supera le 128 pagine, è sviluppato in modo fluente, non mancano tematiche ricorrenti, non manca l’introspezione e la memoria.
«Nonostante il bagno di sangue, Patrick Nothomb non svenne. Mai sottovalutare l’istinto di sopravvivenza. Come nove ostaggi su dieci, fu annoverato tra i superstiti.» Rosa Taurisano - 9 mesi fa |
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https://datebest.net - visit website and win smartphone! Dimitri Costagli - 9 mesi fa |
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The Canterville ghost - Oscar Wilde
purtroppo il libro che mi avete dato non ha il cd anche se nella descrizione fisica il cd viene mensionato.
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Un cuore nero inchiostro - Robert Galbraith [i.e. J. K. Rowling]
14 settembre 2011. Josh Blay ed Edie Ledwell non sono ancora consapevoli del successo della loro idea. Tutto è nato in un cimitero, dalla passione per il disegno e l’arte, dal legame amoroso e sentimentale. “Un cuore nero inchiostro” è approdato su YouTube e nessuno si sarebbe mai aspettato cotanto riscontro mediatico, nemmeno, appunto, i creatori. I fan si moltiplicano, nasce anche un gioco ispirato alla saga chiamato “Il gioco di Drek”. Il fandom è entusiasta ma al tempo stesso non perdona. Non perdona l’approdo a YouTube, non perdona Edie. Se Josh è visto come un idolo nonostante la vera mente e motore tra i due sia la donna, è Edie ad essere dipinta come un mostro ingordo di fama e denaro. Da qui partono i soprannomi quali IngordEdie, Edie Contaballe, Edie Mangiatutto e chi più ne ha, più ne metta. Anomia, uno dei moderatori nonché co-fondatore insieme a Morehouse del gioco, non ammette errori. Non le concede possibilità di perdono. È mosso da un astio incontrollabile, sa tutto, ogni mossa e segreto del passato e presente della donna. Anomia che non rimanda tanto ad anonimo quanto a mancanza di normali standard sociali ed etici. Ogni occasione è buona per darle contro e scagliarsi contro di lei. Quattro anni. Quattro lunghi anni di continui attacchi a Edie.
«Era in momenti come quello che a Robin riusciva difficile rimanere arrabbiata con Cormoran Strike, per quanto irritante lui potesse essere in genere.» Robert Galbtraith, alias J.K. Rowling, dona ai suoi lettori un romanzo stratificato, complesso, arguto. Un libro caratterizzato da molteplici tasselli che prendono forma e campo. Nulla è dato per scontato e nulla è come appare. Pagina dopo pagina il lettore viene travolto in un caso sempre più arzigogolato che porta, nel vero senso della parola, ad aprire un vaso di Pandora.
«Robin ebbe l’impressione che fosse così assorto nei suoi pensieri da non rendersi nemmeno conto di quello che stavano facendo.» Maria Darida - 10 mesi fa |
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Giura - Stefano Benni
«Giura che non mi dimenticherai. Giura su ogni scrigno di noce, e su ogni chicco di uva e grillo nascosto e stella del firmamento. Giura per il fiato che manca quando ci tuffiamo nella paglia, giù per dieci metri dal granaio, e dopo tanti voli siamo un po’ pesti ma felici.» Protagonista di questo nuovo romanzo a firma Stefano Benni è Febo, adolescente di appena tredici anni che vive in un borgo sull’Appennino insieme ai nonni. All’ombra dei Castagni Gemelli tante leggende si susseguono, alcune paurosissime, altre di grande umanità e intensità. Tanti sono i personaggi che si susseguono che vanno da Slim e i sette fratelli di Carta a Zanza passando per Bue e il padre Chicco, ma tra tutti è lei ad essere la vera co-protagonista: Luna. Luna che vive con ‘Ca Strega, Luna che è selvaggia, Luna che è muta o forse muta non è ma dalla sua bocca non proferiscono mai parole, Luna che in uno di quei tanti lanci sulla paglia cade male e si ferisce alla schiena restando costretta su una sedia a rotelle. E anche se a poco a poco sente nuovamente i suoi piedi e anche se a poco a poco quella sensibilità arriva, non ne fa parola con l’amico di sempre. Poi, il mutamento, il rinnovamento, poi una profezia in un pomeriggio dei tanti su una mano di ferro. I destini che si separano, le strade che si allontanano per incroci e sentieri diversamente percorsi. Luna si risveglia in un istituto di suore in cui potrà recuperare la voce grazie al dottor Mangiafuoco, Febo si ritrova in città dove porta avanti i suoi studi.
«Anche perché mi piaceva andare al fiume a pescare. E non è vero che è una cosa diversa, perché un amo in bocca fa male, e non è vero che i pesci non soffrono perché sono muti, come mi facevi capire tu Luna, quando ti mostravo le mie prede.» Si ritrovano adulti, si rincontrano. Lei in quel del gelo nordico, lui in quel del caldo tropicale. Ancora una volta agli antipodi. Lui che ha fatto della passione per l’ecologia il suo lavoro e che adesso è padre, lei che ha fatto della sua assenza di voce la voce di altri dedicando la sua esistenza all’aiuto del prossimo, all’insegnare la lingua dei segni a chi non ha altri strumenti. Si ritroveranno per quell’ultima separazione che incombe e che non risparmia. «Ma non scriverò più. Sognerò, piuttosto. Sogno e ti vedo mentre con aria di sfida mi dici “vedi, vado a testa alta, più in alto di tutti”. E il ramo cede e caschi dal fico. E io ragazza muta vengo a chiederti con i segni: ti sei fatto male? Poi ti aiuto a rialzarti, e ce ne andiamo. Dove? In quale pianeta? In nessun altro pianeta. Qui. È qui che siamo stati un po’ felici.» Con “Giura” il lettore è partecipe di un romanzo in cui tutte le caratteristiche e tematiche tipiche dell’autore non vengono a mancare. Se già conoscete e amate la sua penna vi sentirete a casa. Non mancheranno luoghi e situazioni surreali avvalorati da quel giusto tocco di ironia e malinconicità, di brio e di nostalgia, di profezia e di fato, di destino e di vita. Il tutto in un caleidoscopio di personaggi che colorano le pagine con le loro variopinte sfumature e peculiarità. Il tutto in un mix di circostanze che, tra un tono leggero e l’altro, affrontano anche problematiche attuali e vicine a ogni uomo. Se al contrario non amate lo stile narrativo dello scrittore e non siete avvezzi a scritti caratterizzati da irreale e oniricità sarà un po’ più faticoso entrare nelle pagine, diventarne davvero partecipi, farle proprie.
«I due giganti erano felici di essere morti insieme. Ma anche se noi eravamo insieme e abbracciati, lo sapevamo. Ci avevano diviso, ancora una volta.» Maria Darida - 12 mesi fa |
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L'osso del cuore - Valentina Santini
«Perché sei entrata nell’osso del cuore e non mi riesce levarti più.
Il suo nome è Asma e cerca la sua mamma. Sa che da un giorno all’altro arriverà anche lei, che la riconoscerà subito perché forse è così che si riconoscono le persone. Dalle menomazioni, dalle mancanze. E lei con la sua mano vizza e menomata lo sa molto bene. Crede anche di riconoscerla quando quel giorno la vede arrivare. È lei, non può che essere lei. Non deve che essere lei. È come lei. Uguale in tutto, anche nelle ferite fisiche oltre che nell’anima. È condotta da lui, Esodo. Colui che per molti altri non è che un galoppino, un servo della dittatura. Eppure Esodo, quando vede la bambina che Asma è, sa che deve salvarla. La scuote, le scatena dentro quel tornare a voler vivere che ancora esiste in lui, a differenza e disappunto di tutto quel che poteva pensare o sperare.
«Ero capovolto. Il fare di Asma mi rifletteva come il pelo dell’acqua, mentre a me non era mai riuscito vedermi per bene nemmeno allo specchio. Questa consapevolezza divenne lampante: Asma era una cosa mia. Una bimba, il fine di tutto. Da diventarci matti.» Romanzo d’esordio di Valentina Santini è “L’osso del cuore”, scritto edito dalla casa editrice E/O che fa il suo ingresso in libreria in questo trascorso mese di giugno. E quello di Valentina è un esordio davvero degno di nota. Uno scritto forte, emotivo, empatico e che non poteva che essere narrato così. Nulla risparmia Valentina ai suoi personaggi, né nella prima parte, né nella seconda. Solo e soltanto con questo stile e con questa vividezza l’opera avrebbe potuto rendere la sua componente emotiva, solo così essa sarebbe potuta davvero arrivare a quel lettore che, battuta dopo battuta, è trattenuto e rapito dalla storia ma anche colpito e segnato da questa. Uno scritto veramente bello, uno di quei libri che leggi per curiosità, perché intrigato dalla trama e che invece rappresentano un gioiello da non perdere. Che resta, che segna, che marchia il cuore, che coinvolge e fa riflettere. Una grande e potente storia d’amore e non solo. «Pagine piene di scrittura per capire che la versione alternativa non esiste. I fatti sono conseguenze di azioni, di scelte. Avevo deciso. Stabilito eventi dall’inizio, senza saperlo» Maria Darida - 12 mesi fa |
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