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Gorazde - Joe Sacco
Fumetto, intenso e toccante, vede la Guerra bosniaca sotto un aspetto dimenticato, fuori dai clamori di Sarajevo.
Tendenzialmente di parte (pone i serbi sempre e comunque dalla parte "del torto", senza fare distinzione fra serbi, serbo-bosniaci e cetnici.
Da leggere assieme ad altri libri che raccontano più dettagliatamente le differenze nei Balcani (Maschere per un massacro, Paolo Rumiz)
Lorenzo Tommasi - 6 anni fa
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Gorilla nella nebbia - Dian Fossey
Talvolta ci mettiamo tutta la vita a (capire e) deciderci a percorrere quella che è la nostra strada mentre altre volte è lo scopo che si immette nella nostra via con fare travolgente ed indissolubile tanto che è impossibile non riconoscerne i segni; sottrarsi a quello che è il proprio percorso sarebbe una auto-violenza psicologica e gratuita anche quando intraprenderlo necessita una buona dose di coraggio, sacrificio ed il rischio di un “salto nel vuoto”. Questo è un po’ quello che è capitato alla giovane Diane Fossey che all’età di soli 19 anni, nella consapevolezza che per realizzare i propri sogni doveva osare, ha contratto un debito triennale per potersi permettere un itinerario di sei settimane in Africa, luogo e prima tappa che l’avrebbe poi portata ad abbracciare quella che sarebbe stata una scelta di vita.
E se da un lato “Gorillas in the misti” è l’autobiografia della studiosa dall’altro ha un valore inestimabile tanto dal punto di vista zoologico che dell’intrattenimento perché una volta iniziata la lettura è impossibile staccarsi dal testo. E’ un viaggio di sola andata (da cui mai vorremmo fare ritorno) nella foresta vergine, nel mondo dei gorilla ma anche alla di scoperta di concetti di base sulla salvaguardia di una specie a rischio estinzione e per i quali la Fossey è sempre stata irremovibile (tanto da finire con l’essere oggetto di interminabili vessazioni), così come nelle meticolose procedure adottate – e nuovamente criticate – caratterizzate dalla praticità piuttosto che dall’applicazione di rigidi ed obsoleti protocolli. Stilisticamente parlando il componimento è scritto con grande intensità tanto da trasmettere empatia a chi legge che parola dopo parola, pagina dopo pagina si sente accanto a Diane nelle sue scoperte, nelle sue avventure e disavventure. E forse è proprio a causa della sua temerarietà, della sua caparbietà nel percorrere una strada che i potenti non simpatizzavano (la sua attività di difesa dei gorilla inevitabilmente andava contrastando quella dei bracconieri, degli allevatori e di chi nutriva interesse nel commercio/scambio di tali animali) che il 26 dicembre 1985, a colpi di panga nella su capanna, è stata brutalmente uccisa.
Ho ultimato di leggere questo romanzo oltre un mese fa ma ho sinceramente avuto difficoltà a staccarmene tanto che ho deciso di rileggerlo una seconda volta prima di recensirlo. Questa scelta è stata dettata da molteplici fattori; uno dei tanti è la passione, l’autenticità ed il rispetto che lo scritto suscita. Altro elemento che mi ha indotto ad una rilettura e che ha destato in me perplessità è il fatto che per potersi allietare con questa autobiografia è necessario procurarsela in lingua originale perché in italiano non esistono vecchie copie o ristampe (e dunque volevo essere certa di aver capito bene). Nel mio caso ho acquistato la versione inglese arrivata direttamente da quel di Londra in tempi talmente rapidi che mi hanno fatto nuovamente riflettere sull’efficienza delle poste nel nostro paese (considerate che nella mia cittadina per mandare una raccomandata dalla via x alla via y dello stesso comune ci vuole più tempo che tra due diversi, ma questa è un’altra storia) e che è avvalorata da foto della vita nella foresta, requisito che incrementa il valore dell’opera.
Un dettaglio (forse per alcuni) che mi ha fortemente infastidito è la copertina: perché la casa editrice ha scelto di riportare una foto dell’attrice protagonista della trasposizione cinematografica del testo (Sigourney Weaver con in braccio un gorilla) e non una della donna che ha dedicato ogni giorno della sua vita adulta allo studio dei Gorilla (cosa che avrebbe continuato a fare sino alla sua morte naturale se non fosse stata prematuramente uccisa)? Non solo, altra peculiarità che dopo alcune ricerche nel web effettuate mentre ero alla ricerca della mia preziosa copia mi ha dato da pensare, è stato il fatto che in Italia il libro è stato trasposto, non solo con oltre un decennio di ritardo dalla sua pubblicazione originale, ma anche con la dicitura “traduzione a cura di Danilo Mainardi” (un noto etologo del tempo per i conoscitori del settore) e non con il nome del vero curatore “Gianluigi Mainardi”. Errori, dettagli e/o disattenzioni che da una casa editrice del calibro della Enaudi sinceramente non mi aspetto e tanto meno tollero. Così come non concepisco perché un romanzo del genere non sia ristampato semplicemente perché datato, o con la scusante di un argomento scomodo e non vendibile seppur attuale vista la forte sensibilizzazione che negli ultimi anni si sta affermando in merito alla questione animale (tanto che chi vi è interessato debba sentirsi rispondere:-“ahahah! Sta scherzando spero, lo cerchi in un mercatino dell’usato”-). Profonda indignazione. Ma si sa, il Dio denaro comanda anche nel settore dell’editoria.
Concludo semplicemente dicendo che la permanenza dell’autrice nel territorio africano le ha permesso di offrire con chiarezza e certezza anche quella che era la condizione interna di tali stati, essa si è resa conto quasi immediatamente della profonda instabilità politica che in essi regnava, dei conflitti di interesse esistenti tra le varie etnie e della crescita anomala delle varie economie pronte a vendersi senza indugio al miglior offerente, così come aveva compreso quanto una politica di conservazione ambientale deve imparare a muoversi in queste condizioni.
Maria Darida - 5 anni fa
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Guerra e pace - Leone Tolstoj
Che cos'è La Guerra e la Pace? Non è romanzo, non poema, tanto meno cronaca storica. È semplicemente ciò che l'autore intese dire in quella precisa forma in cui l'ha detto.
No, non sono parole mia, ma note di Tolstoj nel poscritto di questa opera immensa. Attraverso le pagine lette sulla mia edizione vintage ho vissuto venti anni di storia russa. Quanta guerra ragazzi! Ho sicuramente apprezzato di più la pace, le descrizioni della pigra aristocrazia agiata, i primi amori, la crescita dei protagonisti.
Una pietra miliare della letteratura, educativo e formativo. Non so però se mi sento di consigliarvelo. Ho trovato difficoltosa la lettera, specialmente nelle numerose digressioni dell'autore. E poi diciamocelo chiaramente, è lunghissimo! Ho proprio fatto fatica a finirlo...
Valentina Pifferati - 1 anno fa
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Hostel parts 1., 2. & 3.
La storia inizia cosi: tre amici americani decidono di passera una vacanza asterdam, per sesso sfrenato
vengono contattati da un vecchio, e gli consigli di spostarsi nei paesi dell est, in un hostello,
uno di loro sparisci, gli altri seguono le sue traccie..... scoprono la verità:
sono stati venduti a dei maniaci....dei chirurghi
Sono sicuro stanotte non dormirai
Gianmarco Lunardi - 3 anni fa
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Hunger games - Suzanne Collins
Per chi ha amato la saga di Hunger Games, la lettura di questo prequel è d'obbligo. Il protagonista è un giovane Coriolanus Snow, alle prese con la vita scolastica post bellica e le difficoltà che la guerra ha fatto gravare sulle sue spalle.
Interessante la scelta di rendere l'antagonista della saga precedente il protagonista del prequel. Sono stata molto curiosa durante tutta la lettura del libro di come fosse possibile che un ragazzo così sensibile potesse diventare lo spietato presidente di molti anni dopo.
Sicuramente ci sono stati di base alcuni segni caratteriali, però è ironico che alla base di tutto, secondo la Collins, sia stato proprio l'amore la causa scatenante del cambiamento drastico in Coriolanus.
Carini i tanti collegamenti con la saga, come per esempio la ballata dell'albero degli impiccati e l'origine delle ghiandaie imitatrici.
Insomma, se non sapete di cosa sto parlando è proprio il caso di rimediare leggendo la saga!
Valentina Pifferati - 2 anni fa
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I diari della Borgogna - Ann Mah
Il libro ha una storia della seconda guerra mondiale molto bella, e una storia moderna un pò meno interessante. Direi che vale la pena leggerlo, anche se a me personalmente ha dato fastidio tutte le frasi in francese, come se l'autrice volesse far vedere che sa bene la lingua:-). Per me ha tolto fluidità al testo.
Kristina Wallin - 2 anni fa
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I pilastri della terra - Ken Follett
Romanzo storico ambientato nel Medioevo, segue le vicende di vari personaggi impegnati nella costruzione di una cattedrale in un paese immaginario dell'Inghilterra.
La storia è ben scritta, Follett ha uno stile fluido e semplice che cattura l'attenzione senza stancare il lettore.
Detto ciò, i protagonisti hanno una tale dose di sfiga che farebbe sembrare la famiglia dei Malavoglia come una appena sfortunata. Fino ad un certo punto mi sono detta che le cose per loro non sarebbero potute andare peggio, poi mi sono arresa. Il caro Ken sa essere spietato quasi quanto George R. R. Martin.
Sono molto curiosa di leggere altro dello stesso autore, cambiando però genere letterario.
Valentina Pifferati - 2 anni fa
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I testamenti - Margaret Atwood
Seguito de Il racconto dell'ancella, questo libro è ambientato alcuni anni dopo gli episodi narrati nel suo predecessore.
Le tinte distopiche di Gilead fanno da filo conduttore alla narrazione tutta al femminile. Le donne sono coloro che più soffrono in questa realtà, ma anche coloro che possono cambiare qualcosa se rimangono unite. A mio parere un inno al femminismo. Nonostante i fatti narrati siano frutto di fantasia, credo che questa storia, come la precedente, sia molto più di un divertissement. Spinge ad una riflessione sull'attuale condizione della donna.
La Atwood non delude, la narrazione è molto avvincente. Si alternano periodi più riflessivi a parti piene di azione. Libro da divorare in pochissimo tempo.
Se siete amanti del genere distopico ve lo consiglio.
Valentina Pifferati - 2 anni fa
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Il cacciatore di sogni - Sara Rattaro
E’ il 4 luglio 1984 quando Luca, suo fratello e sua madre si accingono a fare rientro in Italia da Barcellona, luogo dove si erano venuti a trovare per favorire gli studi universitari di Filippo, il maggiore. Quello che si apre davanti a loro è un volo particolarissimo, da un lato i passeggeri sono in subbuglio perché Diego Armando Maradona effettuerà la tratta con loro, dall’altro lo è il nostro piccolo protagonista che arrabbiato con il fratello per l’incidente della mano, viaggia accanto ad un uomo anziano apparentemente normalissimo. E’ affranto Luca, il suo sogno è fare il pianista ma a causa di una spinta di Filippo mentre era sui pattini è caduto e si è gravemente leso la mano. L’uomo, appresa della notizia, gli mostra un volume intitolato “I cacciatori di microbi” e decide di raccontargli una storia, una storia magica e vera e avente quale protagonista Albert Sabin. Nato a Bialystock, in Polonia, nel 1906 e costretto a fuggire negli Stati Uniti a causa dell’incedere del fenomeno della discriminazione razziale, lo scienziato manifesta il desiderio di dedicarsi allo studio delle malattie e rifiuta con tutto se stesso la possibilità di diventare dentista come avrebbe voluto lo zio. Entra nel laboratorio del Dott. Park e concentra interamente i suoi studi sulla poliomerite, riuscendo a portare a termine quel vaccino che lo ha consegnato alla storia. Per farlo dovrà però scendere a compromessi, lasciare gli ostacolanti USA e recarsi in Russia.
Con “Il cacciatore di sogni” Sara Rattaro torna in libreria con un racconto per ragazzi dai toni fiabeschi ma dalla morale profonda. E lo fa donandoci un libro che ben mixa leggerezza, immaginazione (grazie alle accurate illustrazioni ivi presenti) e riflessione. In un periodo storico come quello attuale in cui i vaccini sono fortemente contestati, è importante soffermarsi a riflettere sul perché sono importanti e sul perché sono nati. Senza contare, ancora, la spinta all’ottimismo e alla volontà di credere in quel che facciamo e nei nostri sogni, ieri, oggi e domani, ancora e ancora.
Il testo risulta essere adatto sia a grandi che a piccini ma considerando lo stile narrativo novellesco e leggero adottato sicuramente coinvolgerà maggiormente i secondi che i primi. Di fatto, un posto nel cuore per Albert Sabin.
«Si vede meglio a occhi chiusi, l’ho con musica. Lo faccio spesso anch’io. Seguo le note come se le vedessi sul pentagramma e poi le lascio volare via. Mi portano lontano, tra stelle più luminose, sopra le montagne più alte o nei mari più profondi ma poi, arrivano sempre a casa del nonno, dove ho i ricordi più belli.» p. 37
«Solo i grandi uomini possono diventare grandi scienziati, ma la nostra grandezza si misura sempre dalle cose più piccole» p. 55
«Vedi, la vita può cambiare da un giorno all’altro, e non solo se sei la mia vittima di un brutto incidente, ma anche se sei la persona che da quell’incidente si è salvata senza farsi un graffio» p.82
«Il talento dev’essere messo alla prova prima di essere misurato…» p.98
«La relazione che lega la musica all’anima è stretta come il nodo di un marinaio. Questo spiega perché ogni vita ha una propria colonna sonora, o meglio, perché ogni battuta di esistenza possiede una propria melodia. Non esiste un solo neuroscienziato che non avvalori la tesi secondo cui ascoltare musica o suonare uno strumento provoca cambiamenti nel nostro cervello. Capire come e perché questo avvenga è la vera sfida. Potrebbe essere istinto? Lo stesso che ci spinge alla fuga quando scoppia un incendio o ci fa controllare a destra e sinistra prima di attraversare la strada? Non si sa. La musica parte e noi battiamo il tempo, muoviamo qualche muscolo o addirittura balliamo. Non so se sia istinto di sopravvivenza, so di certo che l’esistenza della musica dimostra che non siamo fatti di sola carne»
Maria Darida - 4 anni fa
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Il caso Fitzgerald - John Grisham
John Grisham abbandona, in questa calda estate, le aule dei tribunali nonché i suoi cari ed affezionati avvocati e/o giudici, per presentarsi al lettore un’opera nuova, con un thriller che pur mantenendo quelli che sono i punti salienti della sua penna, si spoglia del vecchio per rinnovarsi interamente.
La Princeton University, è nota per il suo dipartimento di libri rari e collezioni speciali, ed in particolar modo per cinque prime edizioni a firma Francis Scott Fitzgerald. Un bottino che fa gola ai tanti e a cui, quindi, è impossibile resistere. Quattro malavitosi, con un piano accurato e ben studiato, riescono ad abbattere ogni linea difensiva della struttura e ad appropriarsi degli stessi. L’FBI è però alle costole del quartetto, tanto che riesce già nelle ventiquattro ore successive al furto a mettere le mani (o forse sarebbe meglio dire, “a mettere le manette”) su due di questi. Degli altri, non vi è alcuna traccia. I mesi passano, la notizia, come spesso accade, perde parte di quello che è il suo slancio iniziale, ma le ricerche delle opere non hai fine e/o interruzione.
Su questo assunto assistiamo ad un cambio scena nonché “io” parlante. Viene introdotta la figura di Bruce Cable, proprietario della “Bay Books” la libreria più rinomata a Camino Island, in Florida. Uomo intelligente e scaltro, il libraio ha saputo ben investire l’eredità del padre e la passione innata per la letteratura. Ancora, Grisham, presenta Mercer Mann, docente nonché scrittrice di modesto successo che, viene incaricata di indagare sull’appassionato rivenditore/lettore in quanto noto collezionista di opere prime, da un’organizzazione che sta svolgendo un’indagine parallela a quella degli agenti federali. Riuscirà Mercer a scoprire le eventuali implicazioni dell’uomo nel furto dei manoscritti? Oppure, in realtà, dietro a quest’ultimo, si cela qualcun altro? Chi sarà, di fatto, il mandante di questo eclettico delitto?
Con uno stile chiaro, fluente, preciso ed esaustivo, Grisham si reinventa, dando vita ad un giallo davvero piacevole. La trama regge, non si perde nello scontato, non mancano i colpi di scena seppur mai risultino essere eccessivi. Buono anche lo sviluppo successivo. Gli stessi protagonisti non sono lasciati al caso. Ciascuno è delineato con minuzia, sia per passioni, che nelle varie ambientazioni. I luoghi sono approfonditi, descritti con cura talché chi legge non fatica a risvegliarsi tra le strade della cittadina in compagnia di eterogenei compagni di viaggio.
In conclusione, un elaborato che si presta ad una lettura rapida, adatto altresì tanto agli amanti del genere quanto ai non, e che riporta l’avventuriero conoscitore a ritrovare nello statunitense novelliere quello sprint e quello smalto che negli ultimi legal thriller si era, almeno a mio modesto giudizio, in parte perso. E vi riesce proprio mettendosi in gioco con un qualcosa di completamente diverso. Una buona prova.
Maria Darida - 5 anni fa
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