Divorziare con stile
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Libri Moderni

De Silva, Diego

Divorziare con stile

Titolo e contributi: Divorziare con stile / Diego De Silva

Pubblicazione: Torino : Einaudi, c2017

Descrizione fisica: 382 p. ; 22 cm

ISBN: 978-88-06-23331-0

Data:2017

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Serie: I coralli

Nomi:

Classi: 853.914 NARRATIVA ITALIANA, 1945-1999 (21)

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2017

Sono presenti 7 copie, di cui 0 in prestito.

Biblioteca Collocazione Inventario Stato Prestabilità Rientra
Fucecchio 853.91 DES 9-50052 Su scaffale Disponibile
Empoli ITA3 DESdi DIV 4-176471 Su scaffale Disponibile
Montelupo Fiorentino - MMAB NARR DESI 2-31565 Su scaffale Disponibile
Montespertoli 853.9 DES div 6-29880 Su scaffale Disponibile
Gambassi Terme 853.914 DES 3-14204 Su scaffale Disponibile
Castelfiorentino 853.9 DES 5-72291 Su scaffale Disponibile
Certaldo 853.914 DES 10-61966 Su scaffale Disponibile
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Ed è tornato in libreria in questa calda estate l’Avvocato Vincenzo Malinconico con una nuova ed esilarante discettatura sulla società e sulla realtà della professione forense. Un testo che è, altresì, avvalorato da una trama alquanto lineare e dal consueto stile sarcastico dell’autore.
E se da un lato l’eclettico protagonista nato dalla penna di Diego De Silva si trova a fare i conti con un Giudice di pace che è tutto un programma ed un risarcimento danni per naso rotto a fronte di colluttazione con porta a vetri non segnalata e priva di maniglia e/o ogni altro elemento atto ad indicarne la presenza, dall’altro, si ritroverà invischiato in una causa di separazione che ha quale protagonista niente meno che la coppia Tarallo. Ugo Maria Starace Tarallo, avvocato affermato e noto tra le file dei professionisti, ha infatti ben pensato di liquidare l’avvenente e bellissima consorte dalle movenze sensuali e dalla florida chioma rossa, Veronica Starace Tarallo, con una sorta di TFR divorzile al posto della canonica tantum dell’assegno. Ovviamente, ricorrendo alla falsa veste di una separazione consensuale. Falsa veste perché il marito, venuto a conoscenza della relazione virtuale intessuta dalla compagna con uno sconosciuto, a cui era seguito un vero e proprio fascicolo, comprendente messaggi, foto, conversazioni chat e quant’altro fosse tra i due intercorso, aveva giustamente pensato di avere il coltello dalla parte del manico. Della serie, o te ne vai con le buone e alle mie condizioni, o te ne vai con le cattive prendendo ancora meno.
Ma Veronica, che nella vita ha ben capito qual è il suo posto, non ci sta e decide di affidarsi, dopo aver assistito al processo streaming del sequestro in supermercato de “Mia suocera beve”, a niente meno che Malinconico, il quale, a fronte di un pranzo alquanto sui generis, decide, di prestare la sua opera.
Ed è da qui che il romanzo prende campo e si apre con forza disarmante, sorprendente. Lei, sensuale e femme fatale, e lui, arrogante, pieno di se, che porta avanti il suo cognome e la sua fama prima della sostanza, saranno affiancati nel loro percorso da un Vincenzo che non si sottrarrà all’arduo compito di ragionare, riflettere, tessere e sfilare.
Il tutto attraverso una penna fluente, chiara anche se forse un po’ troppo intrisa di parolacce. La prosa è ironica, accattivante, ed impedisce a chi legge di staccarsi dallo scritto. Un tuffo nei rapporti familiari del passato, una guerra a suon di pecunia e colpi bassi, un racconto senza pretese ma anche molto intrigante e ben costruito.

«L’indignazione non dice: Questo sì, quello no. Non la mette sul personale. Se la prende con tutti. Ci si indigna contro un’opinione, un’idea di società, un modo di vedere la vita.» p. 6

«Perché c’è un momento in cui la storia detta legge, ed è quando qualcuno si comporta da uomo e la scrive» p. 13

«E’ la sindrome del lieto fine, che poi rovina un sacco di belle storie. Perché tante volte la vita ti dimostra che una storia non è bella perché finisce bene, ma proprio perché finisce» p. 48

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